Nasce a Livorno (Italia), nel 1884, muore a Parigi nel 1920. Minato dalla tubercolosi ed emotivamente fragile, piombato nelle serate parigine in un vortice di intossicazione da droghe, vissuto in povertà, è circondato da un alone di fascino umano, oltre che artistico. La sua ambizione era diventare scultore monumentale, ritrovare nella scultura (o almeno nella pittura a cui dovette rassegnarsi, perchè più congeniale al suo debole fisico), la forza formale della sintesi; le deformazioni dei suoi personaggi derivano dal voler accentuarne e nobilitarne gli aspetti geometrici, e non per deformare la realtà.
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